lunedì 16 novembre 2009

William James, Saggi sull'empirismo radicale























A cura di Luca Taddio

Isbn 9788884837981
2009
14 euro
150 pp.


I Saggi sull’empirismo radicale rappresentano la fase più matura e originale della riflessione filosofica di William James. I saggi che compongono questa raccolta, apparsa postuma nel 1912, sono originariamente pubblicati su riviste fra il 1904 e il 1905. Riuniti due anni dopo la sua morte, essi costituiscono l’entrata privilegiata
alla filosofia dell’esperienza di James, un luogo classico dove pensatori di ieri e di oggi si confrontano con i problemi sollevati dal filosofo e psicologo statunitense. Questi Saggi hanno avuto un’influenza duratura; possiamo ritrovarne un segno
nella riflessione di coloro che con essi si sono misurati: Bergson, Whithead
e Russell, ma anche Deleuze e Putnam. Lo stile di James è chiaro e tagliente e il suo procedere argomentativo è accompagnato dal rigore che contraddistingue il suo pensiero.


William James (1842 –1910), filosofo e psicologo nato negli Stati Uniti e formatosi in Europa, è conosciuto come il fondatore del pragmatismo. Tra i suoi testi principali ricordiamo: Principi di psicologia (Milano, 1901), Saggi pragmatisti (Napoli, 1966), Un universo pluralistico (Torino, 1973), La volontà di credere (Milano, 1984), Le varie forme dell’esperienza religiosa (Brescia, 1998), Pragmatismo (Torino, 2008).

Luca Taddio insegna Estetica al corso di Scienze dell’Architettura presso l’Università di Udine. Si occupa in particolare di filosofia della percezione e di teoria dell’immagine ed è autore di racconti filosofici, parte dei quali sono stati raccolti nel libro Spazi immaginali (Udine, 2004).

Husserl Edmund, Logica formale e logica trascendentale























Isbn 9788884838438
2009
20 euro
342 pp.

“L’uomo moderno dei giorni nostri, a differenza dal «moderno»
dell’età illuministica, non vede più nella scienza e nella nuova civiltà
una vita individuale e sociale conforme alla ragione pratica.”
Edmund Husserl

Pubblicato per la prima volta nel 1929, Logica formale e trascendentale deve essere considerato come uno dei testi fondamentali di Husserl. In esso la fondazione della logica si presenta anche come analisi della formazione storica della disciplina: da questo punto di vista la sua genesi deve essere riattivata e ricostituita. A questo compito si unisce quello dell’unificazione delle scienze a partire dalle loro «radici». Ma la logica formale non è sufficiente perché «non è in grado di soddisfare all’idea di un’autentica dottrina della scienza e quindi di assurgere a norma di tutte le scienze», e ciò perché «alle sue generalità formali manca una critica intenzionale, che prescriva il senso e i limiti di un suo uso fruttuoso». Alla logica formale deve dunque seguire la logica trascendentale e cioè lo studio del suo aspetto soggettivo, connesso alla critica dello psicologismo. L’opera di Husserl insiste su una fondazione della logica che non sia né formale né psicologica, ma trascendentale: tale fondazione non psicologica e non formale deve essere però rigorosa; il rigore che Husserl cerca esige un nuovo metodo, quello fenomenologico.

Edmund Husserl (1859-1938) è tra i maggiori filosofi del Novecento. Padre della fenomenologia, fu determinante per la formazione di generazioni di filosofi: da Heidegger a Derrida, da Levinas fino a filosofi analitici come Ryle e Dummett. Oltre a quella qui presentata, tra le sue opere principali: Ricerche logiche (1900-1901), Filosofia come scienza rigorosa (1911), Meditazioni cartesiane (1931).

Jean-Paul Sartre, L’ universale singolare. Saggi filosofici e politici 1965-1973























Isbn 9788884839336
Anno 2009
pp. 250
Euro 17,00


Nuova edizione a cura di Raoul Kirchmayr
Postfazione di Pier Aldo Rovatti

Che cos’è un intellettuale, qual è il suo ruolo nella nostra società? Che cosa significa essere scrittori, non solo per la propria epoca ma lasciando un’eredità storica? 
Se lo scrittore deve assumere un compito critico verso il proprio tempo e la propria società, può ancora pretendere di rivestire un ruolo politico? C’è un senso nell’evento chiamato “Maggio ’68” e nell’esperienza drammatica del socialismo reale che ha segnato la storia del secolo passato? Queste domande ritmano i saggi e le interviste raccolti nel volume e scandiscono la riflessione sartriana tra il 1965 e il 1973, un periodo cruciale in cui il filosofo e scrittore francese stava redigendo la biografia di Gustave Flaubert (L’idiota della famiglia), la sua ultima grande opera, continuando a svolgere una lucida osservazione critica del presente. Ne emerge una riflessione filosofica di grande densità, condotta mediante un lavoro incessante di interrogazione sul senso delle parole. Al contempo e quasi per contrasto si delinea la figura di un intellettuale a tutto campo: quella dello stesso Sartre.


Jean-Paul Sartre (1905-1980) è stato uno dei maîtres à penser più importanti e controversi del secolo scorso. Filosofo, romanziere, polemista, drammaturgo, fondatore della rivista 
“Les Temps Modernes”, ha influenzato in profondità la cultura francese e mondiale dal secondo dopoguerra. 

Raoul Kirchmayr insegna Estetica all’Università di Trieste. Di Sartre ha tradotto Merleau-Ponty e L’immaginario. Psicologia fenomenologica dell’immaginazione.

Theodor Wiesengrund Adorno, L'attualità della filosofia. Tesi all'origine del pensiero critico























Theodor Wiesengrund Adorno, L'attualità della filosofia. Tesi all'origine del pensiero critico 


Isbn 9788884839275
Anno 2009
pp. 90
Euro 12,00

a cura di Mario Farina

“Chi sceglie oggi il lavoro filosofico come professione, deve rinunciare
all’illusione che un tempo guidava i progetti filosofici: che sia possibile afferrare la totalità del reale con la forza del pensiero. […] la realtà, come realtà intera, si presenta al conoscere unicamente in modo oppositivo, perciò la speranza di ottenere una realtà giusta e corretta offre solo frammenti e rovine”.
Theodor W. Adorno 

Cosa pensava Adorno prima d’essere costretto a fuggire negli Stati Uniti? 
Quali temi filosofici erano al centro della sua riflessione prima che l’orrore dell’olocausto occupasse prepotentemente lo spazio teoretico dell’elaborazione? Qui raccolti tre scritti inediti stesi da Adorno tra il 1931 e il 1933. I lavori di un intellettuale libero, come fu sempre, ma non ignaro dei compiti che la filosofia doveva darsi nella società. Testi che raccontano il rapporto del celebre francofortese con la filosofia classica tedesca, preziosi per conoscere gli esordi del pensiero di uno dei massimi filosofi internazionali del Novecento.


Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno, (1903-1969) filosofo e sociologo tedesco,
tra i più grandi pensatori del nostro tempo. Lega il suo nome a quello della Scuola di Francoforte insieme a Max Horkheimer. L’ascesa al potere del nazismo lo costringe all’esilio negli USA. Tra i suoi scritti La dialettica dell’Illuminismo (1947), Minima moralia (1951) e Dialettica negativa (1966).

Mario Farina, sotto la guida di Flavio Cassinari, si è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Pavia con una tesi sulla Dialettica negativa di Th. W. Adorno. Attualmente è impegnato in un dottorato di ricerca all’Università del Piemonte Orientale.