lunedì 7 gennaio 2008

GÜNTHER ANDERS - Il mondo dopo l'uomo. Tecnica e violenza - a cura di Lisa Pizzighella

In uscita a Maggio



“Nei cimiteri in cui riposeremo nessuno verrà a piangerci. I morti non possono piangere altri morti”
G. Anders

Günther Anders pone il lettore di fronte ad un’evidenza: con l’avanzamento della tecnica l’uomo sta mettendo in pericolo la sua esistenza. Anzi, lo ha già fatto attraverso i tragici avvenimenti delle guerre mondiali, della guerra in Vietnam e dello sgancio della bomba atomica. Se l’uomo, peccando di un ingenuo antropocentrismo, credeva di poter dominare la natura attraverso la tecnica, ora la situazione è rovesciata. Non è più l’uomo il soggetto della storia, bensì la tecnica. Quest’ultima è già oltre ciò che l’uomo potesse immaginare. L’essere umano ha i mezzi per autodistruggersi ed egli ha dato prova di poterlo fare senza rendersene conto. La denuncia di Anders è radicale e fa appello alla necessità di riflettere sulla situazione in cui si trova l’uomo nel mondo che egli stesso ha prodotto e nel tempo da lui definito come terza rivoluzione industriale. In questo tempo l’uomo è giunto ad una pericolosa scissione tra ciò che egli è in grado di produrre e le conseguenze ormai non più immaginabili della sua produzione.

Günther Anders (Breslava 1902 – Vienna 1992) fu allievo di Edmund Husserl e di Martin Heidegger.
Tra le sue opere principali ricordiamo: Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki (1962), L' uomo è antiquato. Vol. 1: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale e L' uomo è antiquato. Vol. 2: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale (2003), Kafka. Pro e contro (2006).