giovedì 24 aprile 2008

ALAIN BADIOU - Ontologia transitoria

Il nostro tempo è senza alcun dubbio quello della sparizione senza ritorno degli dèi. Ma questa sparizione concerne tre processi distinti, poiché ci sono stati tre dèi capitali: quello delle religioni, quello della metafisica e quello dei poeti. Del dio delle religioni, bisogna solo dichiarare la morte. Il problema, in ultima istanza politico, consiste nel difendersi dagli effetti disastrosi che porta con sé ogni soggettivazione oscura di questa morte.

Rispetto al dio della metafisica, è necessario compiere il percorso attraverso un pensiero dell’infinito che ne dissemina la risorsa sull’intera distesa delle molteplicità qualunque. Per ciò che riguarda il dio della poesia, è necessario che la poesia sgombri la lingua, sottraendole il dispositivo della perdita e del ritorno. Presi nella triplice destituzione degli dèi, possiamo già dire, noi, abitanti del soggiorno infinito della Terra, che tutto è qui, sempre qui, e che la risorsa del pensiero è nella pienezza egalitaria avvertita con fermezza, dichiarata con fermezza, di ciò che qui, a noi, avviene.”

Alain Badiou (Rabat, 1937) filosofo, drammaturgo, romanziere, oggi una delle voci più significative del panorama filosofico francese, è l’autore di Théorie du sujet (1982), L’Etre et I’Evénement (1988), Conditions (1992) e Logìques des mondes (2006). Presiede, presso la Scuola normale superiore di Parigi, il Centro internazionale di studio della filosofia francese contemporanea.


venerdì 18 aprile 2008

JACQUES DERRIDA - Incondizionalità o sovranità




“L’incondizionalità del pensiero, quella che dovrebbe trovare il suo luogo o il suo esempio nell’Università, si riconosce là dove può mettere in questione, in nome della libertà, il principio di sovranità come principio di potere. Messa in questione temile e abissale, non lo ignoriamo. Perché il pensiero allora, quello che là trova il suo luogo di libertà, si trova senza potere. Si tratta di un’incondizionalità senza sovranità, vale a dire al fondo di una libertà senza potere. Ma senza potere non significa “senza forza.

Jacques Derrida

Se c’è una questione che domina il percorso più direttamente politico della decostruzione derridiana e che, col passare degli anni, ha acquisito via via maggiore importanza e visibilità, tale questione è, precisamente, quella della sovranità. Derrida traccia le coordinate essenziali per una decostruzione della sovranità; si tratta di distinguere la sovranità dall’incondizionalità, per poter così decostruire un concetto attraverso l’altro: la pulsione di sovranità attraverso l’esigenza di incondizionalità. Il potere assoluto diventa resa incondizionata, im-potere – ecco il cuore del potere di cui il potere non può riappropriarsi: il proprio im-potere costituente quale forza destrutturante.

Jacques Derrida (1930–2004) è stato uno dei massimi filosofi del Novecento. Ha insegnato a Parigi (École Normale Supérieure, École des Hautes Études) e negli Stati Uniti (Yale, UC Irvine, New York University, New School for Social Research, Cardozo law School). Tra le sue numerose opere, diffuse in tutto il mondo, ricordiamo: Della grammatologia (1967), Margini della filosofia (1972), Glas (1974), Spettri di Marx (1993), Politiche dell’amicizia (1994), Stati canaglia (2003).



PIERRE LEVY - Cyberdemocrazia



“Ognuno di noi è una voce diversa, ma possiamo comporre la nostra canzone in modo tale che si mescoli alle altre in maniera armoniosa. Il gioco dell’intelligenza collettiva consiste nel riuscire a creare senza sosta nuovi tipi di armonia, sempre più capaci di comprendere il caos.” Pierre Lévy

Su Internet, non solamente tutti o quasi possono esprimere la loro opinione, non solamente si creano in continuazione forum e gruppi di discussione, ma nascono delle vere e proprie città e regioni virtuali. Esse tessono dei legami che sfuggono alle tradizionali barriere politiche e geografiche.
Questa nuova libertà è un pericolo oppure un’opportunità? Secondo Pierre Lévy, essa preannuncia il prossimo avvento di una democrazia generalizzata e getta le basi di una vera e propria società planetaria e forse di una nuova forma di Stato. Una sintesi visionaria delle trasformazioni che l’avvento di Internet provoca nella vita democratica.
Pierre Lévy, allievo di Michel Serres e di Cornelius Castoriadis, filosofo e teorico della rivoluzione digitale, ha diretto il dipartimento di Hypermédias dell’Università di Paris VIII e insegna attualmente all’Università del Québec, a Trois Rivières. È l’autore, tra gli altri, di Le tecnologie dell’intelligenza (1992)
L’intelligenza collettiva (1996), Il virtuale (1997), Il fuoco liberatore (2000), Cybercultura (2000) e, in collaborazione con
M. Authier, de Gli alberi di conoscenze (1999).

PIERRE KLOSSOWSKI - La moneta vivente




“Moneta vivente, la schiava industriale vale sia per un segno garante di ricchezze sia per quelle ricchezze stesse In quanto segno essa vale per ogni sorta di ricchezze materiali, in quanto ricchezza esclude ogni altra domanda, se non la richiesta di cui rappresenta la soddisfazione”.
Pierre Klossowski


Considerato un maestro dell’erotismo del Novecento, il filosofo-scrittore francese con il saggio qui pubblicato intende esplorare l’origine della mercificazione del corpo. Secondo Klossowski il corpo può essere sottratto alla convenzionale logica procreativa unicamente se accede ad una trasgressiva economia commerciale che si realizza nella perversione erotica. Solo la “moneta vivente” riesce ad inaugurare un differente rapporto di scambio nel quale l’erotismo, a partire dall’esperienza di Sade, diventa un enigma pulsionale e fantasmatico che introduce al sentire eccessivo ed estremo. Per tale motivo la “moneta vivente” è anche una “moneta estetica”.

Pierre Klossowski, (Parigi 1905-2001) fu scrittore, pittore e pensatore prolifico che si occupò in particolar modo del pensiero di Nietzsche e de Sade. Egli lavorò anche su traduzioni che ancora oggi rimangono dei classici, come la sua versione dell’Eneide; tradusse inoltre Hörderlin, Kafka, Nietzsche, Benjamin.